La collezione

La collezione di maquettes è conservata al Museo Egizio di Torino, in piccola parte esposta, per lo più nei depositi del museo. La serie comprende 14 templi e parti di essi (portali, propilei) e un obelisco. I modelli dei templi di Beit el-Wali, Tafa South e una parte del tempio di Dakka sono in mostra nella sala del tempio di Ellesiya/Sala Nubiana. I modelli del tempio minore di Abu Simbel, di Abu Oda, una parte di quello di Dakka con i suoi propilei, Debod con i suoi portali, Dendur con il suo portale, El-Hilla, Gherf Hussein, Tafa North e l’obelisco di Heliopolis sono conservati in differenti parti dei depositi del museo. Il modello del tempio di Maharraqa al momento non è accessibile. La sua presenza è stata registrata come parte della collezione dal suo arrivo in Italia sino al 1967, in occasione della Mostra Pirelli a Milano.

La collezione, rinominata durante il progetto ‘modelli di viaggio di architetture egizie’, arrivò a Torino alla fine del 1823, insieme ad altri oggetti raccolti da Bernardino Drovetti durante la sua spedizione in Egitto e Nubia, ma il loro arrivo in Italia risale a molti anni prima come testimoniato da un rapporto dello storico livornese Vivoli e riportato da Elda Bresciani in La Piramide e la torre: due secoli di archeologia egiziana. Pacini, Pisa 2000, 20: ‘la raccolta è accuratamente descritta, si parla anche dei modelli in rilievo di legno incerato degli edifici egiziani che non potevano trasportarsi, e si dice che è frutto delle fatiche di sedici anni del console francese in Alessandria Signor Drovet (sic)’. I modelli vennero esposti nelle sale al piano terra del museo nell’Ottocento e subirono molti spostamenti all’interno dello stesso negli anni a seguire, fino al loro recente spostamento nei depositi.

Timeline degli spostamenti della collezione: dall'Egitto alla collezione online

I modelli in legno, ricoperti di stucco, furono assemblati con diversi tipi di legno di scarto, fissati con cera o inchiodati. Questi modelli furono un tentativo di rappresentare una cultura ancora in gran parte non conosciuta in Europa. Ogni modello dà idea dell’architettura e delle proporzioni dei monumenti egizi rappresentati, ma considerando la scarsa accuratezza e lo stato di conservazione durante i due secoli, il loro valore risiede per lo più nel loro complesso di collezione intera. I modelli, insieme ai molti disegni prodotti da J.J. Rifaud, scultore che accompagnò Drovetti nella spedizione, contribuiscono alla documentazione di un patrimonio egizio in parte scomparso nella seconda metà del Novecento.

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